martedì 1 dicembre 2015

Il Nabucco di Giuseppe Verdi



POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:

Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti, un compositore di opere liriche che aveva 16 anni più di Verdi.
L’opera è divisa in 4 parti.
Parte 1: Gerusalemme:
All'interno del Tempio di Gerusalemme, i Leviti (cioè gli Ebrei della tribù di Levi, che avevano il compito di sorvegliare il Tempio) e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, sconfitti dal re di Babilonia Nabuccodonosor, che ora è alle porte della città.
Il gran pontefice Zaccaria cerca di confortare ed incoraggiare la sua gente: la figlia di Nabuccodonosor, Fenena è in mano loro, tenuta in ostaggio, ed affidata a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme. Ma il giovane Ismaele è sul punto di tradire il suo popolo lasciando libera la prigioniera perché un giorno a Babilonia egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata.
I due stanno organizzando la fuga, quando giunge nel tempio una schiera di Babilonesi guidata da un'altra figlia del re babilonese, Abigaille. Anche Abigaille è innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre che ella ha tentato di fuggire con uno straniero, ma alla fine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena.
A capo del suo esercito irrompe Nabucco, deciso a saccheggiare la città e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenena, ma Ismaele si oppone, strappa la giovane dalle mani del gran sacerdote e la consegna, salva, nelle mani di Nabucco.
Parte 2: L’empio:
Abigaille, sola negli appartamenti reali, tiene fra le mani una pergamena sottratta a Nabucco, che attesta le sue umili origini di schiava. La sua rabbia esplode in una furia incontenibile alla notizia che Fenena, nominata Reggente dal padre, ha dato ordine di liberare tutti gli ebrei. Ormai Abigaille è decisa a tutto pur di impossessarsi del trono.
Ismaele, convocato dal Gran Sacerdote per rispondere del suo tradimento, è maledetto dai Leviti, ma Anna, sorella di Zaccaria, lo difende; il giovane infatti non ha salvato la vita ad un'infedele bensì ad un'ebrea, giacché la figlia del re nemico si è nel frattempo convertita alla Legge.
Abigaille irrompe in scena con il suo seguito e pretende da Fenena la corona, ma giunge Nabucco, creduto morto in battaglia, che comincia a deridere il Dio degli Ebrei ed esige di essere adorato come l'unico Dio, minacciando di morte Zaccaria e gli ebrei se non si piegheranno al suo volere. Ma un fulmine scagliato da Dio si abbatte sul suo capo, la corona cade al suolo e il re comincia a manifestare segni di follia. La corona viene prontamente raccolta da Abigaille.
Parte 3: La profezia:
Abigaille, seduta sul trono di Babilonia, riceve l'omaggio dei suoi sudditi. Quando il Gran Sacerdote le consegna la sentenza di condanna a morte degli ebrei, la regina si finge ipocritamente incerta sul da farsi. All'arrivo del re spodestato – in camicia da notte e con lo sguardo smarrito – Abigaille gli fa firmare la condanna a morte degli Ebrei; troppo tardi Nabucco si rende conto di aver firmato anche la condanna a morte di sua figlia Fenena. Poi Abigaille lo avverte di essere divenuta lei la regina, ma Nabucco la sconfessa, dicendole che ella è solo una schiava. La donna trae dal seno la pergamena che attesta la sua origine e la fa a pezzi. Il re, ormai tradito e detronizzato, nell'udire il suono delle trombe che annunciano l'imminente supplizio degli ebrei chiama le sue guardie, ma esse giungono per arrestarlo obbedendo agli ordini della nuova regina. Confuso e impotente, Nabucco chiede invano ad Abigaille un gesto di perdono e di pietà per la povera Fenena.
Intanto sulle sponde dell'Eufrate gli ebrei, sconfitti e prigionieri, ricordano con nostalgia e dolore la cara patria perduta. Il Pontefice Zaccaria li incita a non piangere  e profetizza una dura punizione per il loro nemico: il Leone di Giuda sconfiggerà gli assiri e distruggerà Babilonia.
Parte 4: L’idolo infranto:
Nabucco si sveglia da un incubo udendo alcune grida e, credendole segnali di guerra, chiama i suoi prodi a raccolta per marciare contro Gerusalemme. Tornato in sé all'udire altre voci che ripetono il nome di Fenena, egli si affaccia alla loggia e vede con orrore la figlia in catene. Disperato, corre alla porta, tenta invano di aprirla e infine, rendendosi conto di essere prigioniero, cade in ginocchio e si rivolge al dio di Giuda invocando il suo aiuto e chiedendogli perdono. Come in risposta alla sua preghiera, sopraggiunge il fedele ufficiale Abdallo con un manipolo di soldati, restituendogli la spada e offrendosi di aiutarlo a riconquistare il trono.
Nei giardini pensili di Babilonia passa il triste corteo degli ebrei condotti al supplizio. Zaccaria conforta Fenena incitandola a conquistare la palma del martirio. L'atmosfera mistica è interrotta dall'arrivo di Nabucco che, alla testa delle sue truppe, ordina di infrangere la statua di Belo. Miracolosamente, l'idolo cade infranto. Tutti gridano al divino prodigio, Nabucco concede la libertà agli ebrei, annunzia che la perfida Abigaille si è avvelenata e ordina al popolo d'Israele di costruire un tempio per il suo Dio grande e forte, il solo degno di essere adorato. Mentre tutti, ebrei ed assiri, s'inginocchiano invocando l'immenso Jehova, entra Abigaille sorretta da due guerrieri: la donna confessa la sua colpa e invoca il perdono degli uomini e di Dio prima di cadere morta.

Il coro “Va’, pensiero”:

SCHIAVI EBREI
Va’, pensiero, sull’ali dorate;
Va’, ti posa sui clivi (1) , sui colli,
Ove olezzano (2) tepide e molli
L’aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne (3) le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
O membranza (4) sì cara e fatal!
Arpa d’or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
Ci favella (5) del tempo che fu!
O simile di Solima (6) ai fati
Traggi (7) un suono di crudo lamento,
O t’ispiri il Signore un concento (8)
Che ne infonda al patire virtù!

(1) pendii
(2) emanano i loro profumi
(3) fortezza di Gerusalemme
(4) rimembranza, ricordo
(5) parla
(6) la città di Gerusalemme
(7) trai
(8) armonia

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