venerdì 23 ottobre 2015

BBNF-BestBoyNewsForever

POSTATO DA PIETRO (Amministratore di questo blog)
SE sei in cerca come me di notizie per ragazzi e non vuoi cercare per ora in tutti i siti possibili e immaginabili io ho la soluzione per te!
Boy News è il perfetto sito dove io e un mio amico cerchiamo notizie interessanti e le mettiamo nel blog BASTA a ore senza trovare notizia avvincente, o almeno non per voi!
L'apertura ufficiale sarà nella giornata mondiale degli zombie (oramai passata ma il post è sempre disponibile ai lettori)
http://ilblogdellenotizieperragazzi.blogspot.it/
Bene ora dopo l'apertura capita un altro evento di mostri cioè

Questa non è una semplice festa ma un gioco,
Metterò un immagine tipo di halloween su questo blog (questo del post) e se tu mi metti nei commenti quale immagine è e rispondi a una mia domanda scrivendo alla fine il tuo nome... lo scoprirai! 
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Tutti i giorni post sulla festa più mostruosa che ci sia e forse, chissa, magari ci sarà una sorpresa.
Ci vediamo presto.

mercoledì 7 ottobre 2015

Il Nobel della medicina 2015



POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
Il Nobel della medicina
agli scienziati dei poveri
di Elena Dusi

Pochi medici possono dire di aver aiutato 3,4 miliardi di persone. È il caso dei tre vincitori del premio Nobel per la medicina, scopritori negli anni '70 di farmaci contro malattie della povertà come malaria, filariasi e cecità fluviale. Senza medicinali, queste infezioni oggi minaccerebbero un terzo della popolazione mondiale, soprattutto in Asia del sud, Africa subsahariana e America Latina. Invece la mortalità della malaria è stata dimezzata negli ultimi 10 anni (uccide comunque 450mila persone all'anno) e il numero delle infezioni è stato ridotto del 40% (200 milioni). L'Organizzazione mondiale della sanità conta di eradicare la cecità fluviale entro il 2025 in 31 paesi dove oggi è endemica e di cancellare entro il 2020 la filariasi da 61 degli 81 paesi del mondo che ne sono colpiti.
Metà del premio di circa 900 mila euro è andato alla cinese Youyou Tu, 85 anni, che all'inizio degli anni '70 ha estratto dalla pianta stagionale Artemisia annua l'artemisina, il più efficace fra i tratta- menti contro la malaria, capace di ridurre la mortalità del 20% negli adulti e del 30% nei bambini. Il giapponese Satoshi Omura, 80 anni, e l'irlandese William Campbell, 85 anni, divideranno l'altra metà del premio per aver scoperto il farmaco "avermectina", che con 270 milioni di dosi consumate ogni anno tiene sotto controllo i sintomi di filariasi e cecità fluviale. Queste malattie, provocate da piccoli vermi del gruppo dei nematodi, causano in un caso l'ostruzione del sistema linfatico e quindi un rigonfiamento mostruoso degli arti (la filariasi viene anche chiamata elefantiasi) e nell'altro l'infezione della cornea fino alla cecità. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, 3 milioni di persone nel mondo hanno perso la vista per colpa dell'infezione e 120 milioni sono sfigurati dall'elefantiasi.
In un 2015 funestato dall'epidemia di Ebola e dalla crisi dei rifugiati, il comitato dei Nobel di Stoccolma ha premiato tre medici anziani che si sono occupati delle malattie del terzo mondo. Per una vita hanno lavorato nel silenzio e lontano da tecnologie costose, raccogliendo campioni di terra, coltivando cellule su vetrini, setacciando erbe officinali, compulsando antichi testi di medicina cinese. Omura, partendo dalle proprietà anti-infettive di alcuni batteri del suolo, ha raccolto campioni di terreno nel campo di golf vicino Tokyo dove giocava, isolando i microrganismi più promettenti e coltivandoli in laboratorio con pazienza certosina, sedendosi al suo microscopio della Kitasato University dalle sei del mattino. «Non credo di meritare il Nobel» ha dichiarato ieri. «Il merito della cura è dei microrganismi ed è a loro che dovrebbe essere assegnato».
Campbell, che partendo dai batteri isolati da Omura ha sintetizzato l'avermectina nei laboratori della Merck, ha invitato a essere umili verso la natura: «Lei crea continuamente dei principi attivi cui l'uomo non avrebbe mai pensato. Uno dei nostri più grandi errori è credere di essere più bravi di lei».
Con la stessa umiltà, in piena rivoluzione culturale e su ordine di un regime spaventato dall'epidemia di malaria, Youyou Tu si è chinata sui 380 estratti delle 200 erbe che secondo gli antichi trattati di medicina curavano la febbre malarica. Nel 1967 fu inviata sull'isola di Hainan piagata dall'infezione e al ritorno la sua bambina di 4 anni l'accolse come un'estranea. «Ma il lavoro era la priorità principale. Ero disposta a sacrificare la mia vita personale », la schiva scienziata ha dichiarato nel 2011 all'intervistatore di New Scientist . Youyou Tu si è fatta guidare dalle pagine del Manuale di Pratica Clinica e Medicina d'Emergenza di Ge Hong, alchimista del III secolo, per estrarre dalla pianta dell'artemisia il composto dell'artemisina. Non avendo nessuno su cui sperimentarlo, l'ha poi assunto lei stessa. Non solo è sopravvissuta. Il risultato è stato la vittoria del Nobel.

Pubblicato da la Repubblica martedì 6 ottobre 2015








Gli errori grammaticali non aiutano nella vita



POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
L’articolo (pubblicato da la Repubblica domenica 4 ottobre 2015) è scritto con una certa raffinatezza lessicale e sintattica. Mi piacerebbe che i miei alunni contassero tutte le parole che non conoscono e le riportassero in classe, per discuterne assime.

"Mi piacci tanto"
sui social la fuga
dal seduttore sgrammaticato
di Stefano Bartezzaghi
Il proverbio dice "Moglie e buoi dei paesi tuoi". Paesi, non siti. Deve esserci sotto, infatti, un problema di globalizzazione se oggi c'è chi si accorge (con dovizia di statistiche e commenti di linguisti togati) che lo snobismo grammaticale è uno dei criteri con cui i frequentatori di siti per incontri galanti scelgono i possibili partner. Un tale Jeff Cohen, racconta il Wall Street Journal, ha disertato un appuntamento promettente perché la sua per altri versi sconosciuta pretendente gli ha scritto: «Ci vediamo loro» (their) anziché "là" (there). Benvenuti, amici americani! In Italia la pagina Facebook "Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori grammaticali" è attiva dal luglio del 2010, ed è seguita da centomila utenti e più. Se Jeff Cohen avesse letto «vorrei baciare le tue dolcissime l'abbra», come è capitato a una seguace della pagina Facebook di cui sopra, avrebbe forse approfittato della liberalità della legislazione americana in tema di possesso di armi personali. Quanto meno, ci avrebbe pensato. Parrebbe allora che Internet abbia spianato i simmetrici stereotipi che una volta associavano il massimo della femminilità al tipo dell'oca e il massimo della virilità al tipo della bestia. Neanche vent'anni fa Paolo Virzì descriveva in Ovosodo un certo tipo di condizione maschile: «Un congiuntivo in più, un dubbio esistenziale di troppo e venivi bollato per sempre come finocchio». Gli esempi femminili si sprecano. Ma sarà proprio vero che esibire un eloquio cruscante sia divenuto, all'improvviso, un viatico per una vita di relazione intensamente felice e variegata? C'è da dubitarne. È che quando ci si conosce solo tramite la scrittura, anche i dettagli prendono importanza.
Conoscendosi nel mondo si sa subito come si parla, come ci si comporta, come si appare. In Rete, invece, grande parte della propria identità è consegnata alla scrittura, ciò che suona ironico rispetto alle ordinarie accuse di superficialità, virtualità, se non irrealtà che si muovono alle relazioni telematiche. Un errore di sintassi o di ortografia, inoltre, rimane scritto, e come i classici secondo Italo Calvino non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Una volta Renzo Arbore confessò di aver lasciato una sua morosa pugliese perché la stessa pronunciava la parola "tesoro" con un'inflessione per niente accattivante. Insomma, non era cosa. Oggi questo genere di insofferenza risulta però aver raggiunto livelli un po' esagerati. Il Wall Street Journal parla apertamente di "crimes against grammar", crimini contro la grammatica, e molti intransigenti censori del linguaggio altrui amano definirsi "grammar nazi", nazisti della grammatica: dimostrano così un sense of humour non certo all'altezza delle loro fisime puriste. Quale tendenza alla sciatteria è scandalosamente rivelata da una mancata consecutio? E siamo così certi dell'irreprensibilità del nostro stesso eloquio?
Da quando mogli e mariti (e chissà i buoi) non vengono più cercati negli immediati paraggi, siamo tutti costretti a confrontarci con le intolleranze linguistiche altrui: oltre all'aspetto esteriore e alla gradevolezza dei modi, tutti dobbiamo interrogarci sull'orecchiabilità della nostra calata regionale e sulla sostenibilità della nostra competenza grammaticale. Curiosamente non è un problema per chi parla in pubblico per lavoro, perché anzi negli ultimi decenni gli accenti locali sembrano essere addirittura enfatizzati anche dagli speaker dei telegiornali (un servizio al tg sulla camorra sembra quasi più credibile se l'inflessione è quella autoctona). Ma per iscritto, e nel privato, gli errori diventano crimini. Se una persona che si interessa a noi dimostra di esprimersi "male" (secondo i nostri parametri) ci sentiamo pressoché offesi. Mettere la circostanza sul piano legalitario è probabilmente esagerato, ma in tale reazione si intravvede come un sussulto interessante: c'è un livello di competenza linguistica riteniamo dignitoso e sotto al quale non ammettiamo che si scenda. Se il bacio di Cyrano era un apostrofo, scrivendo è meglio cercare di non piazzarlo nel punto sbagliato.


martedì 6 ottobre 2015

BLOG INTERESSANTI PER PERSONE INTERESSANTI

Ciao ragazzi, se vi piace l' agricoltura ho io il blog perfetto per voi. Questo blog si chiama Portaleagricoltura (portaleagricoltura.blogspot.com) ed è veramente molto bello!!! Visitate!!!

venerdì 2 ottobre 2015

Schiavi in India



POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
Interessante articolo su una forma di schiavitù ancora presente in India

La baby schiava contro i padroni
"La mia fuga per la libertà"
di Raimondo Bultrini


GUDUR (ANDRA PRADESH) - Il giorno in cui Panchallamma Velugu decise di spezzare le sue catene di schiava sapeva di compiere a 16 anni un gesto inconcepibile per la sua gente aborigena dell'India remota, nello stato dell'Andra Pradesh. Nonna, madre, nonché l'intera tribù di sorelle, zie, cugine, cognate, sono tutte venute al mondo dentro l'invisibile prigione ereditata alla nascita, e nessuna di loro si era mai ribellata.
Quel mattino di luglio, appena due mesi fa, Panchallamma si allontanò di nascosto dopo aver finito di svolgere le sue mansioni principali, pulire la casa, i piatti, i vestiti, cucinare e soddisfare i desideri sessuali del padrone. Era infatti la tuttofare e amante bambina di Subramaniam Reddy, proprietario delle terre, delle bestie e delle quattro coppie di contadini resi servi con i loro figli per un prestito contratto dal nonno di Panchalamma quasi mezzo secolo fa.
La ragazzina si era fatta forza senza pensare alle conseguenze per i suoi familiari rimasti ancora prigionieri: vagava sola nei pressi di un tempio quando si avvicinò a lei Pullayah, attivista di un'organizzazione umanitaria che le chiese se aveva bisogno di qualcosa. Dopo aver saputo che era un volontario dell'ARD, un'associazione in grado di aiutare lei e i suoi cari, gli raccontò che da quando aveva 8 anni i padroni l'avevano presa "a servizio" in casa, e che da almeno tre doveva anche soddisfare a letto il Master, il padrone. Quando sua cognata Panchalamma, la sua unica confidente, aveva protestato, il risultato era stato una punizione esemplare per tutti i Velugu, bastonate e razioni ridotte anche per i bambini, mentre l'uomo continuava impunemente ad abusare di lei.
Per capire il tipo di coraggio necessario a una ragazzina nelle sue condizioni per fare ciò che ha fatto Panchalamma, basta pensare che su 600 casi di famiglie liberate negli ultimi anni dopo le campagne della Ong ARD, ben pochi hanno portato anche all'arresto degli aguzzini. Il leader della Ong Sheik Basheer si dice certo che la ribellione della piccola Yanadi potrebbe innescare la scintilla di una rivolta sociale più grande, dagli effetti potenzialmente dirompenti per le vite coatte di tanti altri abitanti dell'India feudale resi schiavi di un debito. Subranaiam è ora in carcere con la prospettiva dell'ergastolo per violenza carnale contro minori, violazione delle leggi sul lavoro forzato e "atrocità ai danni delle categorie vulnerabili", come i tribali e i dalit fuoricasta.
«Finora le autorità avevano fatto finto di nulla: non eravamo mai riusciti a portare uno dei loro in tribunale», rivela Basheer. Stavolta è stato diverso perché, grazie ai dettagli forniti da questa ragazzina ribelle, anche gli altri 15 parenti sono stati liberati. Ora vivono in un rifugio dell'A-DR. Secondo l'Ong ci sono almeno altri 1500 nuclei di contadini, pastori, taglialegna asserviti come i Velugu ai signori delle terre.
È una tradizione che va avanti da secoli, in molti Stati dove il potere delle caste superiori non è scalfito da nessuna legge dello Stato moderno perché le vittime – nessuno dei Velugu è mai andato a scuola - vivono nell'ignoranza e nella reclusione. In quanto proprietà di Subramaniam, i Velugu dovevano perfino procreare ben al di sotto dell'età minima stabilita dalla legge indiana con lo scopo principale di formare nuove jatar, coppie destinate a essere il nucleo della futura forza lavoro.
Il capofamiglia dei Velugu racconta che negli anni passati per ben tre volte aveva tentato di fuggire con i suoi, ma senza nemmeno i soldi per l'autobus, sono sempre stati ripresi e puniti. Chiediamo a Panchalamma che cosa le ha dato il coraggio non solo di fuggire da sola, ma di parlare pubblicamente della sua odissea. Risponde che ha sentito raccontare in tv dell'arresto in India di tanti stupratori dopo la violenza a una studentessa su un autobus nella capitale Delhi, e ha pensato che anche lei poteva far punire l'uomo che l'abusava.
Basheer ammette che nonostante l'arresto del responsabile e il clamore sollevato dal suo caso, il compito di liberare gli altri 25mila schiavi dei debiti censiti dalla sua Ong resta immane anche per il governo e la commissione dei diritti umani. Lo conforta il sostegno offerto all'ARD da Action Aid Italia, che finanzia molti progetti per il riscatto delle comunità tribali dell'Andra Pradesh, non solo quelle ridotte in schiavitù ma anche le altre prive di educazione, dei diritti sulle terre ancestrali usurpate dalla mafia delle terre e dell'acqua. Action Aid sa che sono soprattutto le donne a combattere in prima fila per il futuro dei figli, in questo caso al fianco della Ong di Basheer, spesso a dispetto dei loro stessi mariti.
Forse anche Panchalamma un giorno sarà una volontaria, ma per ora frequenta una scuola elementare e vorrebbe semplicemente imparare a fare la sarta. La fedele cognata Nagamani spera di ottenere con gli altri familiari un pezzo di terra per far crescere i bambini. Qualunque sarà il loro destino, dice, «voglio che lo scelgano da uomini liberi ».

(pubblicato da la Repubblica mercoledì 30 settembre 2015)