POSTATO DA PIETRO (Amministratore di questo blog)
SE sei in cerca come me di notizie per ragazzi e non vuoi cercare per ora in tutti i siti possibili e immaginabili io ho la soluzione per te!
Boy News è il perfetto sito dove io e un mio amico cerchiamo notizie interessanti e le mettiamo nel blog BASTA a ore senza trovare notizia avvincente, o almeno non per voi!
L'apertura ufficiale sarà nella giornata mondiale degli zombie (oramai passata ma il post è sempre disponibile ai lettori)
http://ilblogdellenotizieperragazzi.blogspot.it/
Bene ora dopo l'apertura capita un altro evento di mostri cioè
Questa non è una semplice festa ma un gioco,
Metterò un immagine tipo di halloween su questo blog (questo del post) e se tu mi metti nei commenti quale immagine è e rispondi a una mia domanda scrivendo alla fine il tuo nome... lo scoprirai!
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Tutti i giorni post sulla festa più mostruosa che ci sia e forse, chissa, magari ci sarà una sorpresa.
Ci vediamo presto.
venerdì 23 ottobre 2015
mercoledì 7 ottobre 2015
Il Nobel della medicina 2015
POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
Il Nobel della medicina
agli scienziati dei poveri
di Elena Dusi
Pochi medici possono dire di aver
aiutato 3,4 miliardi di persone. È il caso dei tre vincitori del premio Nobel
per la medicina, scopritori negli anni '70 di farmaci contro malattie della
povertà come malaria, filariasi e cecità fluviale. Senza medicinali, queste
infezioni oggi minaccerebbero un terzo della popolazione mondiale, soprattutto
in Asia del sud, Africa subsahariana e America Latina. Invece la mortalità
della malaria è stata dimezzata negli ultimi 10 anni (uccide comunque 450mila
persone all'anno) e il numero delle infezioni è stato ridotto del 40% (200
milioni). L'Organizzazione mondiale della sanità conta di eradicare la cecità
fluviale entro il 2025 in
31 paesi dove oggi è endemica e di cancellare entro il 2020 la filariasi da 61
degli 81 paesi del mondo che ne sono colpiti.
Metà del premio di circa 900 mila
euro è andato alla cinese Youyou Tu, 85 anni, che all'inizio degli anni '70 ha estratto dalla pianta
stagionale Artemisia annua l'artemisina, il più efficace fra i tratta- menti
contro la malaria, capace di ridurre la mortalità del 20% negli adulti e del
30% nei bambini. Il giapponese Satoshi Omura, 80 anni, e l'irlandese William
Campbell, 85 anni, divideranno l'altra metà del premio per aver scoperto il
farmaco "avermectina", che con 270 milioni di dosi consumate ogni
anno tiene sotto controllo i sintomi di filariasi e cecità fluviale. Queste
malattie, provocate da piccoli vermi del gruppo dei nematodi, causano in un
caso l'ostruzione del sistema linfatico e quindi un rigonfiamento mostruoso
degli arti (la filariasi viene anche chiamata elefantiasi) e nell'altro
l'infezione della cornea fino alla cecità. Secondo l'Organizzazione Mondiale
della Sanità, 3 milioni di persone nel mondo hanno perso la vista per colpa
dell'infezione e 120 milioni sono sfigurati dall'elefantiasi.
In un 2015 funestato
dall'epidemia di Ebola e dalla crisi dei rifugiati, il comitato dei Nobel di
Stoccolma ha premiato tre medici anziani che si sono occupati delle malattie
del terzo mondo. Per una vita hanno lavorato nel silenzio e lontano da
tecnologie costose, raccogliendo campioni di terra, coltivando cellule su
vetrini, setacciando erbe officinali, compulsando antichi testi di medicina
cinese. Omura, partendo dalle proprietà anti-infettive di alcuni batteri del
suolo, ha raccolto campioni di terreno nel campo di golf vicino Tokyo dove giocava,
isolando i microrganismi più promettenti e coltivandoli in laboratorio con
pazienza certosina, sedendosi al suo microscopio della Kitasato University
dalle sei del mattino. «Non credo di meritare il Nobel» ha dichiarato ieri. «Il
merito della cura è dei microrganismi ed è a loro che dovrebbe essere
assegnato».
Campbell, che partendo dai
batteri isolati da Omura ha sintetizzato l'avermectina nei laboratori della
Merck, ha invitato a essere umili verso la natura: «Lei crea continuamente dei
principi attivi cui l'uomo non avrebbe mai pensato. Uno dei nostri più grandi
errori è credere di essere più bravi di lei».
Con la stessa umiltà, in piena
rivoluzione culturale e su ordine di un regime spaventato dall'epidemia di
malaria, Youyou Tu si è chinata sui 380 estratti delle 200 erbe che secondo gli
antichi trattati di medicina curavano la febbre malarica. Nel 1967 fu inviata
sull'isola di Hainan piagata dall'infezione e al ritorno la sua bambina di 4
anni l'accolse come un'estranea. «Ma il lavoro era la priorità principale. Ero
disposta a sacrificare la mia vita personale », la schiva scienziata ha
dichiarato nel 2011 all'intervistatore di New Scientist . Youyou Tu si è fatta
guidare dalle pagine del Manuale di Pratica Clinica e Medicina d'Emergenza di
Ge Hong, alchimista del III secolo, per estrarre dalla pianta dell'artemisia il
composto dell'artemisina. Non avendo nessuno su cui sperimentarlo, l'ha poi
assunto lei stessa. Non solo è sopravvissuta. Il risultato è stato la vittoria
del Nobel.
Pubblicato da la Repubblica martedì 6 ottobre 2015
Gli errori grammaticali non aiutano nella vita
POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
L’articolo (pubblicato da la Repubblica domenica 4 ottobre 2015) è
scritto con una certa raffinatezza lessicale e sintattica. Mi piacerebbe che i
miei alunni contassero tutte le parole che non conoscono e le riportassero in
classe, per discuterne assime.
"Mi piacci tanto"
sui social la fuga
dal seduttore sgrammaticato
di Stefano Bartezzaghi
Il proverbio dice "Moglie e
buoi dei paesi tuoi". Paesi, non siti. Deve esserci sotto, infatti, un
problema di globalizzazione se oggi c'è chi si accorge (con dovizia di
statistiche e commenti di linguisti togati) che lo snobismo grammaticale è uno
dei criteri con cui i frequentatori di siti per incontri galanti scelgono i
possibili partner. Un tale Jeff Cohen, racconta il Wall Street Journal, ha disertato un appuntamento promettente perché
la sua per altri versi sconosciuta pretendente gli ha scritto: «Ci vediamo
loro» (their) anziché "là" (there). Benvenuti, amici americani! In
Italia la pagina Facebook "Scartare corteggiatori e potenziali amanti per
gli errori grammaticali" è attiva dal luglio del 2010, ed è seguita da
centomila utenti e più. Se Jeff Cohen avesse letto «vorrei baciare le tue
dolcissime l'abbra», come è capitato a una seguace della pagina Facebook di cui
sopra, avrebbe forse approfittato della liberalità della legislazione americana
in tema di possesso di armi personali. Quanto meno, ci avrebbe pensato.
Parrebbe allora che Internet abbia spianato i simmetrici stereotipi che una
volta associavano il massimo della femminilità al tipo dell'oca e il massimo della virilità al tipo
della bestia. Neanche vent'anni fa
Paolo Virzì descriveva in Ovosodo un
certo tipo di condizione maschile: «Un congiuntivo in più, un dubbio
esistenziale di troppo e venivi bollato per sempre come finocchio». Gli esempi
femminili si sprecano. Ma sarà proprio vero che esibire un eloquio cruscante
sia divenuto, all'improvviso, un viatico per una vita di relazione intensamente
felice e variegata? C'è da dubitarne. È che quando ci si conosce solo tramite
la scrittura, anche i dettagli prendono importanza.
Conoscendosi nel mondo si sa
subito come si parla, come ci si comporta, come si appare. In Rete, invece,
grande parte della propria identità è consegnata alla scrittura, ciò che suona
ironico rispetto alle ordinarie accuse di superficialità, virtualità, se non
irrealtà che si muovono alle relazioni telematiche. Un errore di sintassi o di
ortografia, inoltre, rimane scritto, e come i classici secondo Italo Calvino
non ha mai finito di dire quello che ha da dire.
Una volta Renzo Arbore confessò
di aver lasciato una sua morosa pugliese perché la stessa pronunciava la parola
"tesoro" con un'inflessione per niente accattivante. Insomma, non era
cosa. Oggi questo genere di insofferenza risulta però aver raggiunto livelli un
po' esagerati. Il Wall Street Journal
parla apertamente di "crimes against grammar", crimini contro la
grammatica, e molti intransigenti censori del linguaggio altrui amano definirsi
"grammar nazi", nazisti della grammatica: dimostrano così un sense of humour non certo all'altezza
delle loro fisime puriste. Quale tendenza alla sciatteria è scandalosamente
rivelata da una mancata consecutio? E siamo così certi dell'irreprensibilità
del nostro stesso eloquio?
Da quando mogli e mariti (e
chissà i buoi) non vengono più cercati negli immediati paraggi, siamo tutti
costretti a confrontarci con le intolleranze linguistiche altrui: oltre
all'aspetto esteriore e alla gradevolezza dei modi, tutti dobbiamo interrogarci
sull'orecchiabilità della nostra calata regionale e sulla sostenibilità della
nostra competenza grammaticale. Curiosamente non è un problema per chi parla in
pubblico per lavoro, perché anzi negli ultimi decenni gli accenti locali
sembrano essere addirittura enfatizzati anche dagli speaker dei telegiornali (un
servizio al tg sulla camorra sembra quasi più credibile se l'inflessione è
quella autoctona). Ma per iscritto, e nel privato, gli errori diventano
crimini. Se una persona che si interessa a noi dimostra di esprimersi
"male" (secondo i nostri parametri) ci sentiamo pressoché offesi.
Mettere la circostanza sul piano legalitario è probabilmente esagerato, ma in
tale reazione si intravvede come un sussulto interessante: c'è un livello di
competenza linguistica riteniamo dignitoso e sotto al quale non ammettiamo che
si scenda. Se il bacio di Cyrano era un apostrofo, scrivendo è meglio cercare
di non piazzarlo nel punto sbagliato.
martedì 6 ottobre 2015
BLOG INTERESSANTI PER PERSONE INTERESSANTI
Ciao ragazzi, se vi piace l' agricoltura ho io il blog perfetto per voi. Questo blog si chiama Portaleagricoltura (portaleagricoltura.blogspot.com) ed è veramente molto bello!!! Visitate!!!
venerdì 2 ottobre 2015
Schiavi in India
POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:
Interessante articolo su una forma di schiavitù ancora presente in India
La baby schiava contro i padroni
"La mia fuga per la libertà"
di Raimondo Bultrini
GUDUR (ANDRA PRADESH) - Il giorno
in cui Panchallamma Velugu decise di spezzare le sue catene di schiava sapeva
di compiere a 16 anni un gesto inconcepibile per la sua gente aborigena
dell'India remota, nello stato dell'Andra Pradesh. Nonna, madre, nonché
l'intera tribù di sorelle, zie, cugine, cognate, sono tutte venute al mondo
dentro l'invisibile prigione ereditata alla nascita, e nessuna di loro si era
mai ribellata.
Quel mattino di luglio, appena
due mesi fa, Panchallamma si allontanò di nascosto dopo aver finito di svolgere
le sue mansioni principali, pulire la casa, i piatti, i vestiti, cucinare e
soddisfare i desideri sessuali del padrone. Era infatti la tuttofare e amante
bambina di Subramaniam Reddy, proprietario delle terre, delle bestie e delle
quattro coppie di contadini resi servi con i loro figli per un prestito
contratto dal nonno di Panchalamma quasi mezzo secolo fa.
La ragazzina si era fatta forza
senza pensare alle conseguenze per i suoi familiari rimasti ancora prigionieri:
vagava sola nei pressi di un tempio quando si avvicinò a lei Pullayah,
attivista di un'organizzazione umanitaria che le chiese se aveva bisogno di
qualcosa. Dopo aver saputo che era un volontario dell'ARD, un'associazione in
grado di aiutare lei e i suoi cari, gli raccontò che da quando aveva 8 anni i
padroni l'avevano presa "a servizio" in casa, e che da almeno tre
doveva anche soddisfare a letto il Master, il padrone. Quando sua cognata
Panchalamma, la sua unica confidente, aveva protestato, il risultato era stato
una punizione esemplare per tutti i Velugu, bastonate e razioni ridotte anche
per i bambini, mentre l'uomo continuava impunemente ad abusare di lei.
Per capire il tipo di coraggio
necessario a una ragazzina nelle sue condizioni per fare ciò che ha fatto
Panchalamma, basta pensare che su 600 casi di famiglie liberate negli ultimi
anni dopo le campagne della Ong ARD, ben pochi hanno portato anche all'arresto
degli aguzzini. Il leader della Ong Sheik Basheer si dice certo che la
ribellione della piccola Yanadi potrebbe innescare la scintilla di una rivolta
sociale più grande, dagli effetti potenzialmente dirompenti per le vite coatte
di tanti altri abitanti dell'India feudale resi schiavi di un debito.
Subranaiam è ora in carcere con la prospettiva dell'ergastolo per violenza
carnale contro minori, violazione delle leggi sul lavoro forzato e
"atrocità ai danni delle categorie vulnerabili", come i tribali e i
dalit fuoricasta.
«Finora le autorità avevano fatto
finto di nulla: non eravamo mai riusciti a portare uno dei loro in tribunale»,
rivela Basheer. Stavolta è stato diverso perché, grazie ai dettagli forniti da
questa ragazzina ribelle, anche gli altri 15 parenti sono stati liberati. Ora
vivono in un rifugio dell'A-DR. Secondo l'Ong ci sono almeno altri 1500 nuclei
di contadini, pastori, taglialegna asserviti come i Velugu ai signori delle
terre.
È una tradizione che va avanti da
secoli, in molti Stati dove il potere delle caste superiori non è scalfito da
nessuna legge dello Stato moderno perché le vittime – nessuno dei Velugu è mai
andato a scuola - vivono nell'ignoranza e nella reclusione. In quanto proprietà
di Subramaniam, i Velugu dovevano perfino procreare ben al di sotto dell'età
minima stabilita dalla legge indiana con lo scopo principale di formare nuove jatar, coppie destinate a essere il
nucleo della futura forza lavoro.
Il capofamiglia dei Velugu
racconta che negli anni passati per ben tre volte aveva tentato di fuggire con
i suoi, ma senza nemmeno i soldi per l'autobus, sono sempre stati ripresi e
puniti. Chiediamo a Panchalamma che cosa le ha dato il coraggio non solo di
fuggire da sola, ma di parlare pubblicamente della sua odissea. Risponde che ha
sentito raccontare in tv dell'arresto in India di tanti stupratori dopo la
violenza a una studentessa su un autobus nella capitale Delhi, e ha pensato che
anche lei poteva far punire l'uomo che l'abusava.
Basheer ammette che nonostante
l'arresto del responsabile e il clamore sollevato dal suo caso, il compito di
liberare gli altri 25mila schiavi dei debiti censiti dalla sua Ong resta immane
anche per il governo e la commissione dei diritti umani. Lo conforta il
sostegno offerto all'ARD da Action Aid Italia, che finanzia molti progetti per
il riscatto delle comunità tribali dell'Andra Pradesh, non solo quelle ridotte
in schiavitù ma anche le altre prive di educazione, dei diritti sulle terre
ancestrali usurpate dalla mafia delle terre e dell'acqua. Action Aid sa che
sono soprattutto le donne a combattere in prima fila per il futuro dei figli,
in questo caso al fianco della Ong di Basheer, spesso a dispetto dei loro
stessi mariti.
Forse anche Panchalamma un giorno
sarà una volontaria, ma per ora frequenta una scuola elementare e vorrebbe
semplicemente imparare a fare la sarta. La fedele cognata Nagamani spera di
ottenere con gli altri familiari un pezzo di terra per far crescere i bambini.
Qualunque sarà il loro destino, dice, «voglio che lo scelgano da uomini liberi
».
(pubblicato da la Repubblica mercoledì 30 settembre 2015)
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