venerdì 3 aprile 2015

Insetti killer!



POSTATO DAL PROF DI ITALIANO:

Dedicato ai nonni di Sara, che so che coltivano pomodori, e a tutti gli altri nonni dei miei alunni, che coltivano pomodori ma non lo so!

L'ultimo insetto killer arriva dal Giappone
Sotto attacco i nostri pomodori
di Jenner Meletti


MEGLIO stare attenti: l'attacco può arrivare dal mare e dal cielo. Gli alieni viaggiano in nave e in aereo ma non disdegnano camion e automobili. «In questi primi giorni di primavera — dice Mario Colombo, entomologo dell'università statale di Milano — l'ultimo alieno che abbiamo trovato, la Popillia japonica — sta lavorando sotto terra. Le sue larve bianche, dal mese di settembre, stanno mangiando le radici delle piante. Quando sono numerose, possono fare sparire un intero prato. A fine maggio le larve si trasformeranno in scarabeidi, lunghi circa 12 millimetri, con torace verde — dorato brillante. Potranno attaccare 295 specie vegetali, di cui almeno cento di forte interesse economico, come il mais, la vite, il pomodoro, i meli, i fiori… E con l'inverno mite che c'è stato, non possiamo aspettarci nulla di buono».
L'allarme è stato lanciato dalla Coldiretti della Lombardia. «Dal Giappone il nuovo Attila di piante e fiori. Arriva l'Alien dagli occhi a mandorla». Dai testi di entomologia non è dato sapere se la Popillia abbia davvero occhi a mandorla, ma il nuovo arrivato fa paura. «Negli Stati Uniti — dice Ettore Prandini, presidente della Coldiretti lombarda — dove è presente dal 1916, il coleottero giapponese rappresenta la specie di insetto infestante più diffusa. Secondo il dipartimento di Agricoltura degli Usa gli interventi di controllo costano più di 460 milioni di dollari all'anno».
La Popillia japonica è stata scoperta a Turbigo, nel parco del Ticino — non lontano da Malpensa — nel luglio scorso. «Era già presente in Europa — racconta il professor Mario Colombo — ma solo nelle isole Azzorre. Secondo la Banca dati mondiale delle specie invasive sono oltre 200 quelle presenti nel nostro Paese. I commerci spregiudicati o incoscienti, il turismo o più semplicemente incauti spostamenti di persone e materiali possono essere causa di perenne calamità ».
Correva l'anno 1980 quando il professor Colombo scoprì, in provincia di Como, un pidocchio delle piante che infestava i noci. «Era stato trovato solo nel 1929 a Darjeeling, 12.000 chilometri di distanza da Como, fra la Cina e l'India. Il British Museum, per la sua collezione mondiale di insetti, mi chiese qualche esemplare perché di quell'afide avevano solo due zampette e due antenne. Quella fu solo la prima scoperta. Ogni anno ci sono tre o quattro specie arrivate da altre parti del mondo. Una graduatoria fra le più nocive? Al primo posto il tarlo asiatico, Anoploplora chinensis, che mangia l'interno dei tronchi e fa cadere gli alberi. Al secondo la zanzara tigre. Aedes albopictus, che punge non solo all'alba e al tramonto ma tutto il giorno e tutto l'anno. Sul terzo gradino del podio metto la Popillia japonica. È stata localizzata nel parco del Ticino, ma quando trovi un insediamento, sai che questo insetto molto facilmente è già presente in un territorio più vasto. Non sarà un'annata facile, dicevo. In questo inverno non c'è stato un vero gelo e così gli insetti che dovevano morire — come i pidocchi delle piante, le farfalle dei gerani, le zanzare… — non sono morti e quelli che dovevano subire una forte riduzione non sono affatto indeboliti».
Che fare? «Per la Popillia si metteranno trappole attrattive, per catturare migliaia di esemplari e distruggerli. Ma non basterà. Si useranno anche insetticidi ma il trattamento chimico deve essere limitato. L'importante è trovare un antagonista naturale — come si è fatto ad esempio con l'insetto parassitoide Torymus contro la Vespetta galligena del castagno — per ricostruire un equilibrio ecologico. Ma ci vorranno tre, cinque o dieci anni». I coltivatori sono i più preoccupati. «Sono ormai globalizzati — dice Ettore Prandini — anche i parassiti. Ci troviamo a fare i conti con specie originarie dell'Asia o delle Americhe per le quali il nostro ambiente non è preparato e non ha predatori naturali. Dopo la Diabrotica del mais e il tarlo asiatico, dobbiamo affrontare questa Popillia». E non è finita: nei giorni scorsi in Brianza forse è arrivata anche la Xylella, il batterio che sta uccidendo olivi ed agrumi nel Sud. Sembra che abbia infestato piante di Coffea arabica, usate come ornamentali, arrivate dal Costa Rica.
In qualche caso, contro gli alieni, ci sarà una vera e propria guerra. «Sto studiando in particolare — racconta il professor Colombo — l'azione di contrasto alla vespa velutina, che afferra in volo le api e le uccide. È aggressiva più del calabrone, anche verso l'uomo. Seri problemi anche per l'Aethina tumida, un piccolo coleottero che distrugge i favi». Contro la vespa velutina, chiamata anche vespa killer, si userà anche il radar. Il professor Marco Porporato, del dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell'università di Torino sta sperimentando un sistema radar capace, tramite una minuscola antennina installata su un esemplare, di seguire il volo della vespa fino al suo nido, che così viene individuato e distrutto. Forse questa battaglia sarà vinta. Ma altri Alien sono pronti. E potranno scegliere vie di mare, di cielo e di terra.




pubblicato da la Repubblica il 1 aprile 2015

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