PUBBLICATO DAL PROF. STECCA
Londra e Sherlock Holmes? Abbinata vincente (tra l'altro quest'anno in classe studierete sia Londra sia i gialli, dunque buona lettura!)
Londra
Viaggio nel mito di Sherlock
l’uomo che non morirà mai
dal nostro corrispondente Enrico
Franceschini
LONDRA «QUEL grande immondezzaio
in cui tutti gli sfaccendati e i fannulloni dell'impero si riversano
irreversibilmente». Così, nelle prime pagine di "Uno studio in
rosso", Arthur Conan Doyle (1) introduce al lettore la città in cui Sherlock
Holmes e il suo inseparabile dottor Watson daranno vita alle loro imprese,
destinate a entrare nella leggenda. Non sembra a prima vista una definizione
affascinante, eppure annunciava un trend destinato a durare fino ai giorni
nostri: come una calamita, la capitale britannica continua ad attirare gente,
non esattamente "sfaccendati" e "fannulloni", ma spesso
disoccupati e in cerca di opportunità, non più soltanto dai quattro angoli del
British Empire, da tempo abbattuto dalla decolonizzazione, ma da quelli di un
mondo globalizzato che vede nella metropoli sul Tamigi un possibile baricentro.
Di questo luogo magico, e a volte brutale, lo scrittore inglese fornisce nei
suoi romanzi una guida diversa dai manuali turistici: piuttosto uno strumento
per avvicinarsi a Londra, sentirne il respiro, capirne il ritmo e i meccanismi.
Non a caso i milioni di turisti che arrivano ogni anno sotto il Big Ben mettono
quasi sempre nei loro itinerari un indirizzo, il 221b di Baker street, dove si
trova lo Sherlock Holmes Museum: ospitato all'indirizzo in cui viveva il grande
investigatore, in compagnia di Watson, una modesta casetta di tre piani che i
visitatori ritrovano tale e quale come se i due inquilini l'avessero appena
lasciata.
Naturalmente Holmes e Watson non
hanno mai vissuto al 221b di Baker street, per la semplice ragione che non sono
mai esistiti, trattandosi di personaggi della fantasia: eppure per legioni di
anglomani sono un riferimento reale come la loro presunta residenza trasformata
in museo. Non è dunque paradossale il titolo della mostra che un altro museo
dedica in questi giorni all'eroe di Conan Doyle: "Sherlock Holmes, the man
who never lived and will never die", al Museum of London fino al 12
aprile, è un titolo perfetto per illustrare il simbolismo di un'icona
letteraria. "L'uomo che non ha mai vissuto e che non morirà mai"
continua infatti a rappresentare Londra nella fantasia collettiva di masse di lettori
come e più di uomini e donne veramente esistiti. E non è nemmeno necessario
avere letto i romanzi di Holmes per conoscere lui e la sua Londra: è stato
calcolato che nessun altro personaggio romanzesco è stato tanto rappresentato
quanto lui dal cinema, dalla televisione, dal teatro, inclusa l'ultima serie di
film di successo interpretati da Robert Downey jr. e Jude Law. Holmes è
ovunque, e ora appunto anche nell'esibizione di un museo.
La mostra ricostruisce attraverso
quadri, illustrazioni, cartoline, giornali d'epoca, costumi, taccuini,
fotografie, l'atmosfera della città del grande detective privato. Un
investigatore che, come scrisse più volte il suo creatore, «ha la mappa di
Londra nel cervello», tanto quanto Philip Marlowe aveva quella di Los Angeles e
il commissario Maigret quella di Parigi. Spicca fra il ricco materiale un
quadro celebre, "Pont de Londres" di Monet del 1902, con una città
che pare scomparire nel colore o forse nella nebbia giallognola di tante
avventure del poliziotto con la pipa e il buffo cappellino a quadretti in
testa. «Avevo qualche perplessità a organizzare uno show su qualcuno che non
esiste», dice il curatore Alex Werner, «ma poi mi sono reso conto che la Londra
di Holmes è più autentica di quella reale». I suoi fans fanno la coda per
vederla; mentre appena fuori dal museo, nella folla che brulica per Covent
Garden, si aggirano i pronipoti di quei "fannulloni" e quegli
"sfaccendati" attratti irresistibilmente dalla Londra d'oggi come
succedeva al tempo di "Elementare, Watson".
Pubblicato da la
Repubblica l’11 febbraio 2015
(1) Arthur Conan Doyle (1859-1930) è lo scrittore scozzese inventore del famoso detective Sherlock Holmes
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