giovedì 12 febbraio 2015

Londra e Sherlock Holmes



PUBBLICATO DAL PROF. STECCA

Londra e Sherlock Holmes? Abbinata vincente (tra l'altro quest'anno in classe studierete sia Londra sia i gialli, dunque buona lettura!)

Londra
Viaggio nel mito di Sherlock
l’uomo che non morirà mai
dal nostro corrispondente Enrico Franceschini


LONDRA «QUEL grande immondezzaio in cui tutti gli sfaccendati e i fannulloni dell'impero si riversano irreversibilmente». Così, nelle prime pagine di "Uno studio in rosso", Arthur Conan Doyle (1) introduce al lettore la città in cui Sherlock Holmes e il suo inseparabile dottor Watson daranno vita alle loro imprese, destinate a entrare nella leggenda. Non sembra a prima vista una definizione affascinante, eppure annunciava un trend destinato a durare fino ai giorni nostri: come una calamita, la capitale britannica continua ad attirare gente, non esattamente "sfaccendati" e "fannulloni", ma spesso disoccupati e in cerca di opportunità, non più soltanto dai quattro angoli del British Empire, da tempo abbattuto dalla decolonizzazione, ma da quelli di un mondo globalizzato che vede nella metropoli sul Tamigi un possibile baricentro. Di questo luogo magico, e a volte brutale, lo scrittore inglese fornisce nei suoi romanzi una guida diversa dai manuali turistici: piuttosto uno strumento per avvicinarsi a Londra, sentirne il respiro, capirne il ritmo e i meccanismi. Non a caso i milioni di turisti che arrivano ogni anno sotto il Big Ben mettono quasi sempre nei loro itinerari un indirizzo, il 221b di Baker street, dove si trova lo Sherlock Holmes Museum: ospitato all'indirizzo in cui viveva il grande investigatore, in compagnia di Watson, una modesta casetta di tre piani che i visitatori ritrovano tale e quale come se i due inquilini l'avessero appena lasciata.
Naturalmente Holmes e Watson non hanno mai vissuto al 221b di Baker street, per la semplice ragione che non sono mai esistiti, trattandosi di personaggi della fantasia: eppure per legioni di anglomani sono un riferimento reale come la loro presunta residenza trasformata in museo. Non è dunque paradossale il titolo della mostra che un altro museo dedica in questi giorni all'eroe di Conan Doyle: "Sherlock Holmes, the man who never lived and will never die", al Museum of London fino al 12 aprile, è un titolo perfetto per illustrare il simbolismo di un'icona letteraria. "L'uomo che non ha mai vissuto e che non morirà mai" continua infatti a rappresentare Londra nella fantasia collettiva di masse di lettori come e più di uomini e donne veramente esistiti. E non è nemmeno necessario avere letto i romanzi di Holmes per conoscere lui e la sua Londra: è stato calcolato che nessun altro personaggio romanzesco è stato tanto rappresentato quanto lui dal cinema, dalla televisione, dal teatro, inclusa l'ultima serie di film di successo interpretati da Robert Downey jr. e Jude Law. Holmes è ovunque, e ora appunto anche nell'esibizione di un museo.
La mostra ricostruisce attraverso quadri, illustrazioni, cartoline, giornali d'epoca, costumi, taccuini, fotografie, l'atmosfera della città del grande detective privato. Un investigatore che, come scrisse più volte il suo creatore, «ha la mappa di Londra nel cervello», tanto quanto Philip Marlowe aveva quella di Los Angeles e il commissario Maigret quella di Parigi. Spicca fra il ricco materiale un quadro celebre, "Pont de Londres" di Monet del 1902, con una città che pare scomparire nel colore o forse nella nebbia giallognola di tante avventure del poliziotto con la pipa e il buffo cappellino a quadretti in testa. «Avevo qualche perplessità a organizzare uno show su qualcuno che non esiste», dice il curatore Alex Werner, «ma poi mi sono reso conto che la Londra di Holmes è più autentica di quella reale». I suoi fans fanno la coda per vederla; mentre appena fuori dal museo, nella folla che brulica per Covent Garden, si aggirano i pronipoti di quei "fannulloni" e quegli "sfaccendati" attratti irresistibilmente dalla Londra d'oggi come succedeva al tempo di "Elementare, Watson".

Pubblicato da la Repubblica l’11 febbraio 2015

(1) Arthur Conan Doyle (1859-1930) è lo scrittore scozzese inventore del famoso detective Sherlock Holmes

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